La descrizione delle stagioni dell’anima, che sono soffuse delle luci e delle ombre d’un percorso esistenziale e sono il riflesso di speranze, delusioni e rimpianti, non è certo agevole se esse si confondono anche con i moti interiori legati al volgere degli eventi atmosferici che caratterizzano le nostre vicende. In questa silloge è scelto l’Inverno come momento topico in cui si inserisce la struggente aspirazione dell’Autore a ripercorrere le tappe del proprio viaggio sentimentale e a immaginarne di nuove, da vivere sempre intensamente, destino permettendo.
Si parte così dal personale deserto di desolazione e solitudine della stagione invernale per attraversare i luoghi della poesia e dell’ispirazione così come gli si sono presentati fino a giungere alle stagioni dell’amore.
Centrale nella raccolta è un piccolo canzoniere per la figura oggetto d’amore, di cui si invoca il ritorno e l’apparizione.
Alla luce delle delusioni patite e forse dell’inutilità del Suo tentativo, il viaggio appare impossibile, legato alla malinconia d’un’attesa senza speranza.
Purtuttavia le occasioni del viaggio continuano perché l’Autore si accontenta con dolore di non sconfessare il suo passato e non si rassegna, abbandonandosi alla ricerca dell’ultima meta in cui possano realizzarsi le proprie aspirazioni di vita e d’amore.
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